Le Origini del Boxer2024-03-24T05:28:02+01:00

Tratto da “IL BOXER” di Mario Confalonieri – ed. PAN 1947

«Il cane è la più bella conquista dell’uomo. Il cane è il primo elemento del progresso umano.Senza il cane, l’uomo sarebbe stato condannato a vegetare eternamente nel limbo della selvatichezza. Fu il cane che fece avanzare la società umana dallo stato selvaggio a quello patriarcale, dandogli il gregge. Senza cane niente gregge; senza gregge niente nutrimento assicurato, niente cosciotto arrostito né bistecche a volontà, niente lana, né mantelli, niente tempo da perdere; quindi niente osservazioni astronomiche, niente scienza, niente industria. E’ il cane che ha dato all’uomo gli agi e il tempo per pensare»: così ha scritto un arguto letterato francese, il Toussenel, nel suo Esprit des bhes.

L’origine del cane si confonde con l’origine dell’uomo e delle prime civiltà.

L’origine del boxer è anch’essa antica, oscura, controversa.
Già nei tempi geologici troviamo il Canis suessii, i cui resti sono stati scoperti in Austria e che è stato descritto come «un animale slanciato ma vigoroso, abbastanza forte per cacciare gli erbivori più grandi di lui; era una specie di mastino ed esisteva nell’Europa centrale, prima che l’uomo comparisse sulla terra», a quanto ci dice il prof. Larbaletrier.

La preistoria ci segnala la presenza, nelle città lacustri, di cani da guardia dall’ossatura potente e dal muso breve, che precedettero il tipo da cui sono derivate le razze da gregge.Nei tempi storici troviamo in Egitto un cane da guer­ra dal corpo raccolto e dal muso rincagnato. Alessandro il Grande conquista immensi territori, con l’aiuto dei suoi cani, di tipo molossoide.

Cristoforo Colombo avanza nelle Americhe accompagnato da sessanta perri da presa spagnuoli. Enrico VIII, re d’Inghilterra, rinforza i soldati che invia a combattere in Francia contro Carlo V, con quattrocento bulldog.Nel Medio Evo gli spagnuoli allevano e addestrano molto intelligentemente i cani da difesa e forse era originario di Spagna il cane del Petrarca che si gettò con­tro un brigante (il quale minacciava il poeta) strap­pandogli la spada e mettendolo in fuga.In Germania, durante alcuni secoli, si allevò una razza di montagna, detta Bullenbeisser, ossia morditore di tori. Robusto, massiccio, dalla grossa testa e dalla den­tatura potente, fulvo o tigrato, il Bullenbeisser era a quei tempi un animale grossolano, poco elegante, un po’ nel tipo dell’attuale mastino napoletano.

Lo si ad­destrava ad attaccare l’orso e ad ucciderlo. Il Bullen­beisser è il padre del boxer moderno.

Il Bullenbeisser o Baerenbeisser (morditore di orsi, come anche veniva chiamato) si chiedeva ciò che gli spagnoli esigevano dai loro perri da presa e gli ingle­si dai loro bulldog, ossia di azzannare la preda e dl tenerla, magari sino alla morte.Secondo Strebel, autore tedesco del secolo scorso, il Bullenbeisser deriverebbe dai molossi macedoni e dai pugnaces romani. Un quadro di Sebastiano Conca (1676-1764), ci mostra un Bullenbeisser , e un altro lo troviamo in un disegno di Flemming (Lipsia 1719)·

Ma è alla fine del secolo passato che l’allevamento ra­zionare del boxer ha avuto inizio.
Un gruppetto di cinofili di Monaco di Baviera, che già avevano nella mente l’ideale del boxer odierno, unì verso il 1870 il Bullenbeisser al bulldog inglese, selezionò i prodotti, battezzò la nuova razza «boxer» ossia «pugilatore» a causa della sua forza, della sua agilità, della sua combattività e della sua espressione tipicissima.

A Monaco si fondò il Boxer Club e in quella città il primo boxer comparve nell’esposizione canina del 1895.

A decorrere da quell’anno l’allevamento della razza si diffuse largamente in tutta la Germania, nella Svizze­ra, in Olanda, in Austria, nel Belgio, in Alsazia.

Tra il 1930 e l’inizio della seconda guerra mondiale il boxer s’impose negli Stati Uniti e nella stessa Inghilterra, pur così ricca di razze selezionate, in Italia, nei paesi balcanici, nei paesi nordici, nella Spagna e Por­togallo, nell’America latina.

Nel 1926 i boxer puri iscritti ai vari Libri delle Ori­gini ammontavano a circa 30.000. Si calcola che at­tualmente tale cifra sia quasi decuplicata.
Alla diffusione della razza ha contribuito senza dub­bio l’ultima guerra, allorché migliaia di boxer, addest­rati alla Wehrmacht, percorsero l’Europa e l’Africa, da Stalingrado a Bordeaux, da EI Alamein ad Helsinki, da Bucarest ad Atene, dalla Sicilia alle frontiere della Turchia asiatica.